Vi siete mai chiesti quale ruolo svolgano
le emozioni nella nostra vita?
Sarà questo film a spiegarlo. Inside Out, il nuovo film Disney-Pixar la cui uscita è prevista nelle sale americane per il 9 giugno 2015, è prodotto da Jonas Rivera, diretto da Pete Docter e codiretto da Ronnie del Carmen.
John Lasseter ha spiegato in un’intervista l’intento del direttore: “Pete Docter ha questa mania di tentare costantemente di trovare qualcosa che tutti, in qualche modo, abbiamo in comune. E’ continuamente in cerca di questo tipo di cose. […] Tutti abbiamo manie come la sua. Certe emozioni sembra che ci dominino e vincano. […] Lui ha pensato: “Voglio osservarne il perché, voglio spiegare questo fenomeno”. La sua idea sul fatto che le emozioni della ragazzina siano i personaggi e tutto avviene nella sua testa, che loro mostrino come controllano le cose, è molto, molto ingegnosa, perché dice cose che sembrano inedite, ma spiega in realtà cose che abbiamo sempre vissuto.”
A questo punto vi chiederete: qual è la trama?
Crescere può essere difficile, e ciò non è un’eccezione per Riley, ragazzina di undici anni a cui strappano una vita in Medioriente quando suo padre comincia a lavorare a San Francisco.
Come ognuno di noi, Riley è guidata dalle sue emozioni: Gioia (voce di Amy Poehler), Paura (Bill Hader), Rabbia (Lewis Black), Disgusto (Mindy Kaling), e Tristezza (Phillys Smith). Le emozioni vivono al centro del suo cervello, che funge anche da centro di controllo, ed ogni emozione ha un monitor ed una propria sala dove svolgere le sue “mansioni”, come se fossero ognuna all’interno di un’astronave. Le emozioni consigliano a Riley come agire e la aiutano nella vita quotidiana. Riley ha dunque due ruoli: quello di personaggio principale e quello di vero e proprio set.
Appena Riley e le sue emozioni lottano per cercare di abituarsi ad una vita a San Francisco, il centro del suo cervello è in tensione. Anche se la Gioia, l’emozione più presente e la più importante per Riley, cerca sempre di mantenere una visione positiva, tutte le emozioni entrano in conflitto su come esplorare al meglio una nuova città, una nuova casa ed una nuova scuola.
Un lungometraggio, dunque, che tenterà di affrontare in maniera molto semplice i temi del primo contatto con l’adolescenza, della dura lotta fra più emozioni e la loro rilevanza per ogni persona.
Alla Siggraph Convention del 2013, Docter ha spiegato, dopo aver enunciato alcuni dettagli sul lungometraggio per la The Hollywood Reporter, che questa è stata una delle storie più stimolanti da assemblare, perché il film deve parlare contemporaneamente di ciò che sta accanendo a Riley e ciò che accade dentro la sua testa: un’azione simultanea che noi viviamo tutti i giorni!
Ha detto anche che le emozioni sono state create con tantissima energia ed altrettanto impegno perché non devono trasmettere l’idea di “solidità” o di “parti concrete ricoperte da pelle”, piuttosto di qualcosa di molto simile alle nostre effettive emozioni. Verranno rappresentate, dunque, come “particelle che si muovono”. Per rappresentare i pensieri in libertà, le ideologie e i concetti si è pensato ad una grafica che ricorderà molto i dipinti di Picasso.