Cenerentola: quando il Classico incontra la modernità!

16 Marzo 2015
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16 Marzo 2015 regnodisney

Con la realizzazione di questo nuovo live action, Disney dà nuova vita ad una delle Principesse più amate di sempre, la cui incantata storia non tramonterà mai: Cenerentola.

Quando si ha a che fare con un live action tratto da un classico animato molto amato nel Mondo, c’è sempre il rischio di lasciare scontento qualcuno. È successo recentemente con Maleficent, il quale nonostante il riscontro positivo di critica e pubblico, c’è chi non ha apprezzato lo stravolgimento di una favola come La Bella Addormentata nel Bosco, che secondo gli stessi era già perfetta così com’era.

Con Cenerentola si può dire che ciò non è accaduto, tutt’altro, poiché la storia magnificamente narrata dal regista Kenneth Branagh, rappresenta di sicuro un valore aggiunto alla favola di Charles Perrault. La sceneggiatura, scritta dal bravissimo Chris Wetz, ha riempito per così dire le parti mancanti nel film d’animazione, completando e facendoci conoscere tutto quello che non sapevamo di questa Principessa, sfortunata all’apparenza ma vincente di natura, a cominciare dal nome. In questo film infatti non si chiama solo e soltanto Cenerella, l’ingiusto soprannome che le viene affibbiato dalle sorellastre, ma ha anche un suo nome: Ella (Lily James), al quale viene aggiunto il termine “Cener” che sta per cenere, dovuto al fatto che, dormendo spesso per terra accanto al camino sia per stanchezza che per ripararsi dal freddo, il viso e le mani le si coprivano appunto di cenere.

 Il film si apre mostrandoci l’infanzia felice della protagonista, trascorsa insieme a due genitori fantastici che amavano prendersi cura di lei. Ecco quindi riportata un’altra novità: la sua infanzia e i suoi genitori; non soltanto il famoso padre rimasto vedevo troppo presto, ma anche una madre, una bellissima madre (Hayley Atwell), la quale ammalandosi di un male incurabile, muore giovane lasciando soli i propri cari, gettandoli nello sconforto. Prima di morire la madre riesce a darle un ultimo insegnamento importante, di cui le farà promettere di farne tesoro prezioso per il resto della sua vita: “sii gentile, abbi coraggio“, una sorta di motto che da quel momento in avanti ruoterà tutt’intorno alla vicenda, tornando di continuo.

Trascorrerà un po’ di tempo prima che il padre (Ben Chaplin) qui di professione mercante (aristocratico nella versione animata), sentendosi solo e desideroso di dare una figura materna alla propria figlioletta, decide di volersi risposare ancora. Ma prima però vuole il parere della stessa per avere il suo consenso, che non potrà che essere positivo, considerato quanto Ella ami il proprio genitore e tenga alla sua felicità. Ed è così che entra di scena lei: Lady Tremaine, la perfida matrigna (Cate Blanchett), di bell’aspetto e di infinita classe che ha sofferto molto e che ha trasformato tale sofferenza in astuta cattiveria. E con lei le altrettanto perfide e stupide figlie: Anastasia (Holliday Grainger) e Genoveffa (Sophie McShera) che giungendo alla tenuta, iniziano ad impossessarsi di ogni cosa, anche di Ella. Sin da subito infatti iniziano a trattarla da inferiore, facendole capire di non essere ben accetta. Ma Ella non si dispera, convinta che la felicità del proprio padre sia più importante di tanta ostilità. Ostilità che da parte della matrigna cresce maggiormente quando capisce che nel cuore del proprio marito c’è unicamente posto per la figlia e per la moglie, figura che ad entrambi continua a mancare molto, avvertendo la sua presenza ovunque.

Successivamente, il mercante è costretto a partire per un lungo viaggio di lavoro che lo porterà lontano. Dopo la sua partenza, la malvagia matrigna decide di estromettere la figliastra da ogni cosa, obbligandola a prendersi cura della casa e di tutti quanti i loro bisogni, mostrandole inoltre quella che sarà la sua nuova camera: la vecchia e polverosa soffitta, dove a malapena riesce a trovare un vecchio, scomodo letto. Ma a lei sembra quasi non dispiacere della nuova sistemazione, le dona sollievo invece, poiché finalmente potrà stare un po’ lontana da quelle tre donne vistosamente esagerate intente solo a sperperare il denaro per darsi alla bella vita. Così, mettendo in pratica i preziosi insegnamenti che le erano stati impartiti con amore dalla famiglia, senza darsi per vinta e con il sorriso sulle labbra, inizia a sistemare la soffitta, per trasformarla in un posto decente dove potervi vivere, nella speranza di poter rivedere presto il ritorno del padre e per poterlo nuovamente riabbracciare. Qui conosce i suoi amici più cari: Cinderella, come nel classico del 1950, trova negli animali i suoi più teneri e affettuosi confidenti, come i topini tra cui il cicciottello Gas Gas, anche se qui non parlano ma comunque trovano il modo di esserle d’aiuto.

Attraverso la determinazione e l’ottimismo, in questa nuova versione Cenerentola non è più solo una vittima passiva, costretta a subire cattiverie, ma diventa attiva, una Donna capace di salvarsi da sola, non arrendendosi e andando incontro alla propria sorte sfidandola con coraggio e bontà – e di sicuro tale aspetto rappresenta il punto fondamentale della storia, trasformandola perciò in una perfetta eroina dei nostri tempi.

Un giorno un messaggero bussò alla loro porta per dare la triste notizia: il padre era scomparso, (un altro cambiamento). Un duro colpo da sopportare per la protagonista, mentre alle altre sembrava quasi non interessare. Perso anche il padre, per la prima volta Ella si sentiva sola al mondo, senza avere nessuno a cui le importasse di lei; di conseguenza non era stata cosa facile riprendersi, soprattutto perché gli ordini continuavano a peggiorare e con essi anche le umiliazioni patite.

Così un giorno, mentre si trovava a galoppo del proprio cavallo, per qualche ora trovò rifugio in un bosco. Ed è lì che fatalmente avviene l’incontro inaspettato che le cambierà la vita. Ella s’imbatte in un affascinante sconosciuto, senza sapere che si trattasse del Principe (Richard Madden) e non di un semplice apprendista del Palazzo Reale, come lo stesso si autodefiniva. Ed ecco un’altra grande novità: Il Principe Azzurro, (il cui ruolo dunque non viene subito rilevato), non è soltanto il classico ragazzo di bell’aspetto, ricco in cerca di moglie, che si rende unicamente protagonista del salvataggio della propria amata. Qui ha un ruolo più definito, più imponente, impersonando anche l’essere figlio che cerca di non contraddire troppo il proprio padre regnante e di militare. Non solo, dovrà far fronte anche ad un inganno per ambizioni di potere di chi gli sta intorno.

 Non appena guarda il viso di Ella, colpito dalla sua bellezza, dal suo fascino e dall’ingenuità si invaghisce di lei all’istante tanto da innamorarsene di colpo. Un sentimento a dir poco reciproco poiché anche la stessa ragazza sente di aver finalmente trovato la sua anima gemella.

Da lì in poi la narrazione riprende in parte quella della versione animata. Il Re (Derek Jacobi) convoca tutte le fanciulle del regno a partecipare ad un ballo a palazzo, al quale Ella vuole prendere parte per realizzare il suo desiderio di incontrare di nuovo l’affascinante ragazzo. Purtroppo la sua matrigna le proibisce di andare, strappandole senza pietà l’abito di dosso che apparteneva alla povera madre. Quando tutto sembra ormai compromesso, con la giovane persa fra le lacrime della disperazione, appare lei, una gentile medicante, che vede per la prima volta, e che accorgendosi immediatamente della straordinaria lealtà e generosità che Ella possiede, si fa avanti trasformandosi di colpo nella buona Fata Madrina (Helena Bonham Carter) (chiamata nella precedente versione: Fata Smemorina), con tanto di bacchetta e formula magica, con una zucca e qualche topolino, donerà una nuova speranza a Cenerentola. Tale episodio ricco di suspense e di effetti speciali da mozzare il fiato, incluso la realizzazione delle scarpette in cristallo, consentono di rendere ancor più credibile una sequenza indimenticabile come questa.

La scena del gran ballo, ovvero la scena centrale del film, è senza dubbio la più bella ed emozionante di tutte. Il momento in cui Ella arriva a corte, con tutta la grazia che possiede, scende le scale attirando l’attenzione di tutti quanti i presenti inclusa quella del Principe. I due danno vita ad una meravigliosa coreografia, dove danno quasi l’impressione di volare più che danzare. I complimenti vanno tutti al coreografo Rob Ashford per come è riuscito a coordinare magistralmente ballerini, fascino e atmosfera, perfettamente ricreata dal genio creativo di Dante Ferretti che, insieme a Francesca Lo Schiavo, ha reso reali gli scenari fiabeschi. Assistendo con entusiasmo ad un simile spettacolo, personalmente mi sono sentita quasi rapita, proiettandomi in un’altra dimensione e l’ho trovata una sensazione a dir poco unica nel suo genere.

 I complimenti, naturalmente, vanno estesi anche alla costumista Sandy Powell, che ha fatto un lavoro complesso quanto straordinario, creando dei costumi scintillanti, grandiosi e adatti ad ogni singolo personaggio presente nella storia. Il vestito che più risalta per forza di cose è proprio quello che Cenerentola indossa al gran ballo, la cui laboriosità e cura per ogni dettaglio lo rende un abito certamente regale ma soprattutto… da sogno!

L’autore delle musiche, il compositore Patrick Doyle, è stato capace con le proprie piacevoli, ritmate e orecchiabili melodie, di accompagnare magnificamente l’intera opera, svolgendo un lavoro eccezionale e all’altezza del compito.

La storia prosegue poi con il ritrovamento della scarpetta e della Sua legittima proprietaria, dopo aver cercato in lungo e in largo, facendola provare a chiunque, con ogni cattivo che viene smascherato e con la semplice ragazza di campagna che ritrovando il proprio Principe, diventa anch’essa una Principessa, vivendo per sempre felici e contenti.

L’eccezionale lavoro di squadra rappresenta di sicuro l’elemento principale che rende questo un film di successo. Regista, attori e produzione hanno lavorato in simbiosi e in assoluta complicità, realizzando un prodotto di alta qualità. Gli interpreti prescelti si sono rivelati adatti per i loro rispettivi ruoli e i talenti straordinari di Cate Blanchett e di Helena Bonham Carter hanno donato sicuramente maggior spessore.

Nel film non sono mancati momenti di umorismo che hanno reso la storia ancora più interessante, non annoiando quasi mai, tenendo abbastanza alta l’attenzione degli spettatori. Scrivo quasi, poiché ho trovato un po’ lento l’inizio, mentre il resto è stato vivace e ritmato.

Tutto questo mi fa concludere che Disney abbia fatto bene a dare un volto reale a questa protagonista di nobile esempio piena di sogni, speranze, libertà e amore, non tramonterà mai, dimostrandosi adattabile ad ogni tempo e ad ogni generazione, tanto d’essere attuale e per certi versi perfino moderna. Una Storia rifatta diversissime volte e che nonostante tutto riesce comunque a coinvolgere e ad emozionare, sempre!

Come in ogni film Disney che si rispetti, sia animato che live action, nemmeno questo è sprovvisto di morale “disneyana”, che ha il compito di far riflettere ogni singolo spettatore del mondo. In questo caso, il messaggio che si vuole lanciare non è solo quello di credere unicamente nei propri sogni e nella speranza che questi si possano realizzare, semplicemente credendoci e non mollando mai anche quando tutto sembra essere compromesso, la cui scia condurrà al lieto fine. Nella pellicola di Kenneth Branagh c’è qualcosa di più, che consiste in un perfetto avvertimento: il mondo può essere un posto crudele, in cui servono tanto coraggio e tenacia per sopravvivere, oltre che tanta libertà di agire e fiducia in sé stessi!

Infine, attraverso questa nuova realizzazione, la casa di Topolino continua il suo scopo: quello di far sognare sia piccini che adulti, soprattutto quest’ultimi, per risvegliare il bambino che c’è dentro in ognuno di noi, e di mostrare la realtà e le sue ingiustizie con leggerezza, per poi darci (in parte) la soluzione per migliorare noi stessi e il mondo intorno a noi!

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