VIEW Conference 2014: Rob Coleman ci svela i suoi segreti

21 Ottobre 2014
21 Ottobre 2014 regnodisney

 

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 Il “papà” di Yoda, Rob Coleman, è stato ospite alla VIEW Conference di Torino per introdurci nel mondo delle costruzioni dei LEGO. Noi vi porteremo anche in un altro universo, quello di una galassia molto lontana.

 

IMG_4757-RobColemanRob Coleman è un personaggio singolare, dinamico, simpatico e alla mano. Di origine canadese, adora chiacchierare con noi e più volte durante la VIEW Conference abbiamo avuto l’occasione di sorridere per i suoi racconti.
Tra i suoi lavori più importanti possiamo ricordare: Dragonheart (1996), dove ha lavorato come supervisore dell’animazione ai personaggiMen in black (1997) a cui ha lavorato come come supervisore all’animazione; i prequel della saga di Star Wars quali Episodio I: La Minaccia Fantasma, Episodio II: La Guerra dei Cloni, Episodio III: La Vendetta dei Sith (dal 1999 al 2005), dove ha lavorato come supervisore agli effetti visivi occupandosi anche della direzione dell’Episodio II (ndr: La Guerra dei Cloni).
Nel 2002 è stato inserito nella “It List” delle persone più creative al mondo in quanto ha realizzato il personaggio digitale di Yoda.
Infine ha diretto e si è occupato della direzione artistica degli effetti visivi per il film The LEGO Movie
Per farvi capire meglio la sua personalità vi invitiamo a leggere l’intervista che segue: vi assicuriamo che sarà un’esperienza unica ed esilarante, proprio come l’abbiamo vissuta noi!

 

Ci può riassumere quali sono state le diverse tecniche utilizzate nel film The Lego Movie?

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Certo! Durante una prima riunione tra i registi nasce questa idea di volere realizzare un film sui Lego, fatto interamente con i mattoncini.
Il problema era che era impossibile fare un film del genere usando esclusivamente i Lego! Così abbiamo dovuto sviluppare diverse tecniche per ovviare questo problema. La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di creare i Lego al computer, in modo tale che potessero essere assolutamente realistici. Per farlo abbiamo studiato i mattoncini Lego dal vivo, con una lente di in gradimento, per poter vedere le impronte, i graffi, insomma tutte le imperfezioni. Il computer è lo strumento ideale per creare oggetti perfetti, ma noi non volevamo avere dei Lego perfetti. Quindi gran parte del lavoro è stato svolto per l’osservazione dei mattoncini, per assicurarci che i Lego sembrassero davvero reali.
Un’altra cosa che abbiamo dovuto fare è stata quella di creare degli ambienti giganteschi che potessero ospitare tutte le costruzioni Lego che abbiamo utilizzato. Come per esempio i canyon per il Selvaggio West o le grandi città che si vedono nel film. Qui,  la tecnologia ci è servita per poter contenere un grande numero di costruzioni in un’unica inquadratura. Infine, un’ultima cosa su cui abbiamo dovuto lavorare dal punto di vista dell’animazione sono stati i volti ed i movimenti facciali degli omini Lego. Le facce sono davvero semplici ed essenziali (due punti per gli occhi e una linea per la bocca), ma volevamo essere certi che il pubblico potesse comunque percepire i Lego come delle creature viventi e non solo giocattoli. Abbiamo dunque creato un linguaggio visivo per il movimento degli occhi e della bocca, cosicché lo spettatore possa credere che gli omini Lego siano in grado di provare emozioni.

Quali sono state le sfide più impegnative per questo film?

A mio parere, la sfida più grande è stata non tanto da un punto di vista tecnico, ma da un punto di vista dell’animazione: come far divertire un pubblico per 90 minuti?
Ognuno pensava che non potessimo farcela per più di sei, sette minuti, che gli spettatori si sarebbero presto annoiati a guardare il film. Quindi, diciamo che la difficoltà maggiore è stata a livello di performance e di risultato. Una  sfida della resa cinematografica.
Invece, da un punto di vista tecnico ci siamo avvalsi di un programma di rendering meraviglioso, chiamato Glimpse, che è stato creato dall’italiano Max Liani apposta per The Lego Movie.

Adesso volevamo invece farle una domanda su Guerre Stellari. I primi episodi della saga sono usciti a fine anni ’70 e nei primi ‘80. Volevamo sapere se è stato fin da giovane un appassionato della saga e come si è sentito quando anni dopo gli è stato offerto il lavoro alla Lucas e ha potuto lavorare su qualcosa che lo aveva appassionato da giovane.

star-wars(Rob si illumina non appena sente nominare Star Wars, ndr)  Ah, questa è una bellissima domanda! Nel 1977, quando uscì nelle sale cinematografiche il primo film della saga,  avevo solo 13 anni. Era un giorno perfetto per andare a vedere un film del genere e ancora adesso mi viene la pelle d’oca solo a ripensarci (ci mostra il braccio a dimostrazione, ndr) per varie ragioni. Prima di tutto perché era il primissimo film della saga e all’epoca non avevamo idea di che cosa ci saremmo dovuti aspettare! Sono cresciuto in una famiglia che ama quel genere di film fantascientifico,A New Hope Opening Scene-Star Destroyer and Tantive IV ma per noi era tutto nuovo quando si andava al cinema a quel tempo.
E nel momento in cui la navicella spaziale planò sopra le nostre teste al
cinema, non ci potevo credere! Ne rimasi meravigliato! Quella volta ero andato al cinema con la mia famiglia e con un amico che abitava dall’altra parte della strada (ma ci siamo seduti lontani dalla mia famiglia al cinema, ovviamente!). Quando il film terminò, quella fu la prima volta in cui mi voltai verso i miei genitori e dissi loro: “Devo vederlo di nuovo. Subito.”  E per la prima volta i miei genitori mi permisero di restare al cinema! Non so se lo sapete, ma in Canada si può restare quanto si vuole all’interno dei cinema una volta pagato il biglietto di ingresso. Comunque, in questo modo il mio amico ed io guardammo il film una seconda volta nell’arco della stessa giornata. Oh, e quella fu anche la prima volta che tornai da solo a casa. Non so dirvi quante volte rividi Una Nuova Speranza durante l’estate, forse dieci volte? (ridiamo tutti, ndr) Eppure, per quanto mi piacesse, non mi ha spinto a volere diventare un disegnatore. Mi incoraggiò però esplorare la mia immaginazione ed iniziai a scrivere storie e disegnare.

Da lì a qualche anno sarebbe poi stato fatto  il secondo film. Abbiamo dovuto attendere 3 anni per vederlo! Quando L’Impero colpisce Ancora uscì nelle sale, avevo 16 anni: quel giorno, per la prima volta nella mia vita,  finsi di essere malato per poter marinare la scuola e andare al cinema!  (scoppiamo tutti a ridere di nuovo, ndr)
E invece quanto Il Ritorno dello Jedi venne proiettato, avevo 19 anni. Ricordo distintamente che ho guidato fino al cinema e quando il film terminò mi domandai quanto tempo ancora avrei dovuto aspettare prima che avrei potuto rivedere un altro film della saga. A quel tempo Lucas aveva detto che i film sarebbero stati 9 in totale e non sapevo se ci sarebbero voluti 3 anni o più per vederne altri. Poi Lucas annunciò che aveva cambiato idea e che non avrebbe continuato la saga. Uh, temo che questa risposta sarà molto lunga! (ride, ndr) Star-Wars-Sith-Battle
Insomma, a quel tempo George Lucas divenne amico di Steven Spielberg ed anche i suoi film mi prendevano molto. Nel 1981 I Predatori dell’Arca Perduta, di cui Lucas era il produttore esecutivo, era nelle sale dei cinema di tutto il mondo.  Il film piaceva anche a mio padre e a mio fratello, così una sera andammo a mangiare una pizza dopo averlo visto al cinema. E’ stato allora che mio padre mi disse una frase che non avrei più scordato. “Rob, chissà… Forse un giorno tu lavorerai per George Lucas.”
Ora, riassumiamo: io ero un ragazzo canadese che abitava a Toronto. Lucas se ne stava in California. Non avevo alcuna possibilità. Ma mio padre mi diceva: “Puoi sognare, puoi sognare in grande e puoi sognare anche di lavorare con Lucas. Tu puoi fare qualsiasi cosa desideri!” E questa frase me la sono scritta in modo incancellabile dentro la testa. Così ho iniziato a studiare animazione e a sviluppare le mie capacità.
Anni dopo, nel 1993 andai a vedere Jurassic Park. Ero al settimo cielo di sapere che molte persone canadesi, che non conoscevo ma di cui avevo letto perché mi ero informato, ci avevano lavorato sopra. Ricordo allora che quella sera lasciai a casa quella che all’epoca era la mia ragazza e decisi di recarmi immediatamente nel mio ufficio dove registrai un demo di quello che sapevo fare al computer, che poi spedii via posta ad uno di quei animatori canadesi.

Quello stesso anno mi chiamarono per una conferenza a Anaheim (California). Sì, mi chiamarono (sorride sognante, ripensando a quel momento, ndr) ! E a quella conferenza un gruppo di dieci persone mi fece delle domande. Il giorno dopo mi chiesero di prendere un aereo per il nord della California per un altro colloquio di lavoro. Immaginate: io ero al colloquio, come se fossi seduto qui… E là, (indica una sedia poco lontana da noi, ndr) c’era George Lucas. Il mio idolo! death-star-hd-wallpaper-536808
Ed io dovevo sostenere il colloquio di lavoro!
Continuavo a pensare che non sarei mai stato concentrato abbastanza e che non avrei mai ottenuto il lavoro (scoppiamo di nuovo tutti a ridere, ndr)! Non riuscivo a rispondere alle domande con il mio eroe seduto a mezzo metro da dove ero seduto io.
Per sei settimane non mi hanno fatto sapere niente.  Alla fine, mi chiamarono domandandomi se fossi disposto per un ultimo colloquio. Ovviamente presi l’aereo e ci andai. E quando arrivai all’incontro … Tutti i presenti applaudirono (gli diventano gli occhi lucidi, ndr) e mi dissero: “Questo è il modo in cui diamo il benvenuto ai nuovi membri della nostra compagnia.”
E qui è praticamente dove andai in visibilio! Quella stessa sera tornai a Toronto e invitai mio padre fuori a cena. Lui mi chiese il perché ed io gli risposi che volevo cenare con lui perché stavo per trasferirmi. “Come stai per trasferirti?”  e gli risposi: “Papà, tu anni fa mi hai detto che potevo fare qualsiasi cosa. E l’ho fatto. Sono stato assunto da George Lucas.”  (sorride orgoglioso, ndr)
Vi dirò la verità, ragazze: nella mia vita ho preso molte decisioni. E’ stato un po’ come attraversare un fiume. Da una pietra all’altra, piano piano, continuando un passo alla volta. Se fossi stato così presuntuoso da voler raggiungere subito l’altro margine del fiume, non ce l’avrei mai fatta perché non ero pronto. Invece, ci sono arrivato gradualmente: scrivendo storie, iniziando a lavorare come disegnatore, dando il meglio di me in ogni piccola cosa che facevo. E ce l’ho fatta!

E la tua ragazza?

star wars kissEh… Non la prese molto bene! (tutte le fanciulle presenti ridono, ndr)
C’è poi stata una seconda ragazza con la quale stavo uscendo nel 1993, l’anno in cui sono stato assunto, che ho poi scaricato a Maggio.
Però la mia prima ragazza, quella che avevo lasciato a casa dopo Jurassic Park a 17 anni, beh… lei ora è mia moglie (sorride, ndr) All’epoca, era davvero nervosa all’idea che mi trasferissi in California per lavorare. Temeva che potessi invaghirmi di qualche bella ragazza bionda e abbronzata.  Ed io le rispondevo: “Sei fuori di testa? Io sono un geek. Sono stato assunto da George Lucas, il sogno della mia vita. Il mio idolo! Ti pare che mi metta a guardare le altre donne? No! Me ne starò in camera a lavorare tutto il giorno al computer, non ci penso nemmeno a uscire!” (ridiamo tutti, di nuovo, ndr)  E  ho davvero fatto così.
Insomma, alla fine ci siamo sposati. E questa è la storia di come ho realizzato il mio sogno.

 

CHE LA FORZA SIA CON VOI!star-wars-character-yoda-handout-651712929

 

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